C’è un filo d’oro che lega la storia della Maison Drappier all’arte del vivere con stile. Un filo che parte dal 1808, tra le colline calcaree di Urville, e arriva fino ai calici più raffinati della contemporaneità.
Ogni bottiglia Drappier è molto più di uno Champagne: è un’ode alla purezza, all’eleganza e al rispetto per la natura. La famiglia, da otto generazioni, custodisce il Pinot Noir come un tesoro identitario, frutto di scelte pionieristiche e coraggiose. Già negli anni ’30 il nonno di Michel, Georges Collot, ribaltò le convinzioni dell’epoca piantando Pinot Noir in una zona considerata inadatta: oggi rappresenta il 70% della produzione e firma lo stile unico della Maison.

Drappier ha saputo distinguersi grazie a un approccio visionario: dosaggi bassissimi di solforosa, vinificazioni delicate, attenzione alla biodiversità e una filosofia che predilige la naturale espressione del terroir. Il risultato? Champagne che brillano di autenticità, con effervescenze sottili e aromi limpidi, capaci di raccontare la terra e la mano che li ha creati.
I vigneti: la Maison inizia da qui
Urville, villaggio culla della famiglia Drappier, è la terra d’elezione del Pinot Noir. Qui, su un suolo calcareo del Kimmeridgiano superiore – lo stesso che caratterizza i Grands Crus di Chablis – le viti affondano le radici da oltre duemila anni, fin dall’epoca dei Gallo-Romani. È un terroir autentico e austero, che regala vini dalla spiccata personalità.

Oggi il vigneto Drappier si estende su 100 ettari, di cui 53 di proprietà, con 27 coltivati in regime biologico certificato. Oltre al Pinot Noir, che regna sovrano, trovano spazio anche il Pinot Meunier, lo Chardonnay e i vitigni dimenticati della Champagne: Arbanne, Petit Meslier, Blanc Vrai e Fromenteau. Veri gioielli enologici che Michel Drappier ha saputo riscoprire e riportare in vita, donando alla Maison un patrimonio aromatico unico.
I vitigni dimenticati: la storia che fa la differenza
In un mondo che corre verso l’omologazione, Drappier ha scelto di andare controcorrente, riportando alla luce i vitigni ancestrali che rischiavano di scomparire dalla memoria della Champagne.
L’Arbanne, raro e prezioso, regala note di erbe fresche e una vibrante acidità; il Petit Meslier, quasi estinto, offre freschezza e accenti agrumati; il Blanc Vrai, parente lontano dello Chardonnay, aggiunge rotondità e delicatezza; mentre il Fromenteau, conosciuto anche come Pinot Gris, porta nel calice sfumature fruttate e una personalità inconfondibile.

Coltivati su 3,5 ettari in regime biologico, questi vitigni rappresentano una sorta di “haute couture” della viticoltura: produzioni rare e raffinate, capaci di rendere ogni cuvée un pezzo unico. Nel 2007 è nata la cuvée Quattuor, emblema di questa rinascita, seguita nel 2019 dal Trop m’en Faut, un 100% Fromenteau che ha già conquistato gli appassionati più curiosi.
Vinificazione tra filosofia e stile
Il lavoro in cantina riflette la stessa filosofia di delicatezza che guida i vigneti. Le cuvée non vengono filtrate né decolorate, i lieviti provengono da una selezione naturale dei vigneti stessi e i dosaggi di solforosa sono tra i più bassi della Champagne. Questo approccio permette di mantenere intatti i riflessi dorati e ramati dei vini e di amplificarne la complessità aromatica.
Le liqueurs d’expédition, affinate per oltre dieci anni in botti di rovere e poi in damigiana, conferiscono ulteriore concentrazione e nobiltà. E per alcune annate rare, la Maison ha scelto persino di sperimentare l’invecchiamento subacqueo, lasciando le bottiglie riposare nelle profondità dell’oceano per un percorso di maturazione assolutamente unico.
La degustazione delle cuvée iconiche
Le etichette Drappier raccontano nel calice lo stile inconfondibile della Maison. La Carte d’Or si distingue per il suo giallo dorato intenso, brillante, con un perlage fine e continuo. Al naso emergono profumi di frutta gialla matura, mela cotogna e pesca, con note floreali e accenni di spezie dolci. Al palato è piena e rotonda, bilanciata da una freschezza vibrante e da una chiusura lunga, segnata da ritorni di agrumi canditi e miele leggero.

Il Rosé de Saignée, 100% Pinot Noir, mostra un colore rosato brillante con riflessi rubino e una spuma persistente. Il bouquet è intenso, dominato da piccoli frutti rossi come fragolina, lampone e ciliegia, con tocchi floreali e una leggera speziatura. In bocca è potente e fresco, sostenuto da una struttura importante e da un tannino appena accennato. Il finale è lungo, succoso e verticale.
La Grande Sendrée rappresenta invece la massima espressione della Maison. Dorata con riflessi ambrati, presenta un perlage sottilissimo e regolare. Al naso si offre complessa e stratificata: agrumi maturi, scorza d’arancia candita, miele e frutta a nocciolo, con evoluzioni verso note tostate e speziate. In degustazione rivela un equilibrio perfetto tra la struttura del Pinot Noir e la freschezza dello Chardonnay. Ampia all’attacco, minerale nella progressione e lunghissima nel finale, lascia in bocca un’impronta cremosa, elegante e persistente.

Il lusso della natura
Drappier non è solo sinonimo di Champagne, ma di un’arte di vivere che intreccia storia, natura e visione contemporanea. L’eleganza nasce già tra i filari, nel rispetto del ritmo delle stagioni, e si traduce in bollicine capaci di emozionare. Non a caso, la Maison è stata scelta nel tempo da figure iconiche come il generale De Gaulle, che ne fece il suo Champagne prediletto.
Dal Rosé de Saignée servito all’Eliseo alle bottiglie monumentali dedicate alle grandi celebrazioni, ogni creazione Drappier porta con sé un’aura di esclusività e glamour.
Una nuova icona nel calice
Con l’arrivo in Italia della sua ultima creazione, presto disponibile nel catalogo Partesa for Wine, la Maison Drappier rinnova il suo invito: celebrare la vita con autenticità, bellezza e visione. Perché lo Champagne, quando nasce da una storia così intensa e luminosa, non è solo un vino: è un modo di essere, un gesto di stile che rende ogni istante indimenticabile.

