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Bolgheri in Villa: quando l’eleganza del vino incontra il racconto del territorio

A Villa Borromeo d’Adda, AIS Monza e Brianza e il Consorzio di Bolgheri celebrano l’arte del vino in un incontro tra storia, bellezza e nuove generazioni. Le parole del direttore Daniele Parri svelano il segreto di un successo che parla un linguaggio universale.

Certe serate cominciano ancora prima di iniziare. L’aria ha un profumo diverso, i lampadari riflettono la luce in modo più morbido e i calici, schierati come piccole promesse di felicità, aspettano solo di essere riempiti. È questa la magia che ha avvolto Villa Borromeo d’Adda per l’edizione 2025 de Le Eccellenze di Bolgheri in Villa, un evento che ha unito la grazia del luogo alla bellezza del vino.

L’incanto della villa
Villa Borromeo d’Adda è una di quelle dimore che raccontano una storia ancor prima che l’evento prenda forma. Con i suoi saloni luminosi e il parco secolare, ha accolto i grandi rossi di Bolgheri con un’eleganza naturale, trasformando la degustazione in un’esperienza sensoriale completa. L’atmosfera, sospesa tra arte e vino, ha fatto da cornice perfetta al dialogo tra la classicità dell’architettura e l’eleganza contemporanea dei vini in degustazione.

L’eleganza nel bicchiere
Dal profumo di macchia mediterranea ai tannini setosi, ogni calice ha svelato l’anima di Bolgheri: un territorio che unisce tradizione, ricerca e stile. Oltre cinquanta aziende del Consorzio hanno raccontato, attraverso i loro vini, la forza di un equilibrio perfetto tra suolo, mare e luce. L’eleganza è stata il filo conduttore dell’intera serata — nel bicchiere, nel gesto di servire, nel modo in cui ogni ospite si è lasciato accompagnare in un viaggio tra terroir e suggestione.

La voce del Consorzio: l’intervista a Daniele Parri
Nel corso della serata ho incontrato Daniele Parri, Direttore del Consorzio di Bolgheri, che ha offerto una riflessione lucida e appassionata sull’identità e sull’evoluzione del territorio. Bolgheri meno distante: non ci è mai sembrata così vicina.


«Bolgheri ha avuto una chiave privilegiata di accesso, perché nel momento in cui il vino italiano si affacciava al mondo con un linguaggio tutto suo, Bolgheri parlava già un linguaggio internazionale. È stata questa la sua forza: grazie all’intuizione del marchese Mario Incisa della Rocchetta, il fatto di piantare varietà internazionali sulla costa ha reso il territorio immediatamente riconoscibile da chi già conosceva il Cabernet Sauvignon, il Merlot, il Cabernet Franc. Chi assaggiava Bolgheri riusciva a interpretarlo, a comprenderlo meglio di altri vini italiani. Il successo è stato proprio questo: parlare subito un linguaggio condiviso, riconosciuto da Germania, Svizzera, America, da chi già amava Bordeaux o la Napa Valley». Parri aggiunge: «Oggi non c’è un cambiamento radicale del gusto come vent’anni fa. Bolgheri continua a raccontare la propria eccellenza aggiornando il linguaggio: la comunicazione è più veloce, più affollata, e serve trovare le parole giuste per le nuove generazioni. La qualità media del vino si è alzata moltissimo: è più difficile bere male, ma serve ancora tanto lavoro sul racconto. Bolgheri deve continuare a distinguersi non solo nella produzione, ma nella capacità di comunicare e coinvolgere. È fondamentale intercettare i giovani — non dividendo, ma ampliando la platea — perché il vino di qualità piace, anche ai ragazzi. Bisogna raccontarlo attraverso il territorio, le storie, le persone, con un linguaggio nuovo e autentico. Perché con un bicchiere di vino in mano si può parlare di tutto: di arte, di scienza, di storia, di geografia. Basta cominciare».

Bolgheri si racconta: un nuovo stile di comunicazione
Dalle parole del Direttore emerge un concetto chiave: Bolgheri oggi non è più percepita come una denominazione distante o su un piedistallo. Attraverso eventi come questo e un linguaggio rinnovato, il territorio si avvicina alle persone, le coinvolge, le accoglie. Il segreto è trovare una voce diversa, uno stile di comunicazione capace di parlare a pubblici differenti, dai giovani che si affacciano al mondo del vino a chi lo conosce da tempo. Dai 18 ai 35 anni e dai 35 in su, esperienze e percorsi vanno pensati con proposte degustative ed enoturistiche su misura, in grado di coniugare cultura, piacere e curiosità. Bolgheri diventa così non solo un simbolo di eccellenza, ma un luogo di incontro tra generazioni, dove il vino è strumento di condivisione e racconto.

Un format che diventa appuntamento
Quello che nasce come un evento esclusivo è ormai destinato a diventare un rituale nel calendario di AIS Monza e Brianza: un’occasione per incontrarsi, conoscere, degustare, vivere il vino in una dimensione raffinata e conviviale. L’organizzazione impeccabile, la cura dei dettagli, l’accoglienza discreta ma attenta hanno contribuito a creare un’esperienza di autentico stile italiano. Complimenti ad AIS Monza e Brianza, al suo delegato Antonio Erba e a tutto il team di lavoro: una macchina organizzativa importante per una manifestazione che, ancora una volta, ha lasciato il segno.

La forza di una partnership
La collaborazione tra AIS Monza e Brianza e il Consorzio di Bolgheri conferma la capacità di costruire sinergie solide e visionarie. Un’alleanza che valorizza i produttori, avvicina gli appassionati e porta in Lombardia la magia di uno dei distretti vinicoli più eleganti e riconosciuti al mondo. Un incontro tra eccellenze che condivide la stessa filosofia: il vino come cultura, bellezza, piacere.

Bolgheri in Villa: il racconto continua
Quando l’ultimo calice è stato riposto e le luci della villa si sono ammorbidite, è rimasta nell’aria una sensazione di pienezza. Quella che solo i luoghi belli e i vini grandi sanno lasciare. Le Eccellenze di Bolgheri in Villa non è solo un evento: è uno stato d’animo, un invito a ritrovarsi ogni anno dove eleganza, passione e territorio si incontrano.

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